A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile regionale UOL AIDAP


Sono molte le proposte di diete particolari che favoriscono la perdita di peso. Chi sostiene l’una o l’altra è pronto a dimostrare che la propria funzioni di più, esponendo ragioni a sostegno di questa tesi.

Tutto questo genera confusione nei pazienti che hanno bisogno di ridurre il peso.

Sono molte le proposte di diete particolari che favoriscono la perdita di peso. Chi sostiene l’una o l’altra è pronto a dimostrare che la propria funzioni di più, esponendo ragioni a sostegno di questa tesi.

Tutto questo genera confusione nei pazienti che hanno bisogno di ridurre il peso.

Eppure, i dati disponibili dimostrano che tutte le diete sono in grado di ridurre il peso, indipendentemente dalla composizione in micro e macronutrienti: la sola cosa che conti ai fini del dimagrimento è ridurre l’apporto totale di calorie. 

Naturalmente, in nessun caso è possibile derogare alla necessità di seguire un piano alimentare che rispetti le esigenze nutrizionali del singolo individuo. E' noto che il nostro organismo per svolgere le proprie funzioni necessita di tutti i nutrienti in maniera bilanciata, a prescindere dall’apporto di calorie. 

La variabile che incide davvero nella perdita di peso è l’aderenza al programma: la capacità di seguire la dieta per più tempo e con maggiore precisione, ed è la parte più complicata dei programmi di dimagrimento. Per queste ragioni è necessario che, da un lato, ci siano maggiori sforzi della ricerca nel comprendere i processi che la regolano e, dall’altra, che i terapeuti applichino con maggiore determinazione ciò che la ricerca ha dimostrato funzioni.

Sappiamo che all’aumentare della durata di un programma corrisponde una minore aderenza. Inoltre, l’aderenza è più bassa se i pazienti non hanno un riferimento temporale assegnato. Per questa ragione un programma di terapia deve prevedere sin dall’inizio un percorso chiaro, non superiore a sei mesi di trattamento.

Sappiamo che una maggiore struttura di dieta è più efficace di una dieta meno strutturata. Allo stesso tempo, sappiamo che per fisiologia gli uomini detestano le imposizioni e tendono a sovvertirle, anche se autoimposte come accade con alcuni pazienti. Per risolvere la questione è consigliabile ricorrere alla scheda di pianificazione e monitoraggio - strumento diverso dal vecchio diario alimentare - che, se ben utilizzata, permette di rispettare entrambe le esigenze.

Sappiamo che accettare le difficoltà a seguire un programma alimentare è un problema. I pazienti devono apprendere che gli errori e le difficoltà sono parte integrante del percorso, non una propria responsabilità conseguente ad una loro inadeguatezza. Diventare rapidamente consapevoli che sbagliare è una condizione presente in qualunque programma di cambiamento rende più probabile la permanenza del paziente in terapia.

Sappiamo che molti pazienti abbandonano la terapia di perdita di peso per via di pensieri disfunzionali che chiamiamo “ingrassanti”. Individuarli e ristrutturarli è un obiettivo che un moderno protocollo di dimagrimento deve porsi.

Infine, sappiamo che possedere una forte motivazione predispone al cambiamento. Ogni terapeuta può agire sulla motivazione intrinseca del paziente, potenziandola o riducendola. Per orientare la motivazione nella giusta direzione è necessario che ogni terapeuta sia formato alla pratica della comunicazione motivante, abilità che da sola è in grado di modulare tutti gli altri aspetti della terapia.

In conclusione, è evidente che i processi attivi nel determinare l’aderenza e dunque la maggiore perdita di peso riguardano gli aspetti cognitivi. Un terapeuta moderno e completo deve comprendere che aiutare una persona a perdere peso prescinde dalla ricerca della dieta perfetta. Un buon clinico deve intendersi come un facilitatore di cambiamento, abile a incidere in tutti i processi implicati nel modificare lo stile di vita. L’abilità necessaria è di aiutare la persona a riconoscere e rinforzare il bisogno di cambiare, guidarla a identificare un sistema flessibile, verso cui egli si senta fiducia nel poterlo applicare.

In definitiva, occorre passare alla nutrizione 2.0, in cui lo specialista impegnato nella perdita di peso, smetta i panni del nutrizionista e indossi quelli del modificatore dello stile di vita, acquisendo capacità cognitive, comportamentali e motivazionali.

Questa e altre abilità possono essere apprese nei nostri corsi di formazione. Per saperne di più, visitate la pagina  Formazione.