A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP

Dott. Antonino Faillaci - Responsabile centro Metamorfosi


Recentemente sono state pubblicate, e sono disponibili e scaricabili per la consultazione gratuita, le linee guida europee per la nutrizione nei pazienti affetti da cancro. In controtendenza all'ultima moda nutrizionale preme divulgare il contenuto delle stesse linee guida, formulate secondo rigorose procedure.

In esse è inequivocabilmente affermato (pag. 9): "...argomentazioni teoriche secondo le quali alcuni nutrienti favoriscono la crescita dei tumori non sono supportati da evidenze correlate alle conseguenze cliniche e non dovrebbero essere usate per diminuire, rifiutare ed interrompere l'alimentazione".

Alcune recenti suggestioni sembrano incautamente favorire un approccio opposto, secondo cui, una forma di digiuno a intermittenza aumenti gli effetti positivi delle terapie, invece di, al contratrio, peggiorare lo stato di nutrizione e quindi determinare un rischio aumentato di morte.

Alla luce di quanto riportato nelle linee guida, gli specialisti in nutrizione dovrebbero astenersi dal praticare terapie digiunatorie nei pazienti oncologici. In generale, non si dovrebbe contribuire, in alcun modo, alla proliferazione di queste teorie - fin quando non ci saranno serie informazioni scientifiche che lo consiglino - che potrebbero tentare pazienti e famiglie, guidati da illusione e disperazione, a seguire strade pericolose, abbandonandone di più sicure ed efficaci.

A pag, 14 delle stesse linee guida viene fornita una forte raccomandazione: "Non proporre restrizioni caloriche a persone a rischio di malnutrizione". Tali sono i soggetti che hanno un cancro.
Comportarsi in modo diverso per un professionista (medico, nutrizionista o dietista) è deontologicamente scorretto e diventa motivo di deferimento alla giustizia ordinaria e a procedimenti ordinistici oltre, naturalmente, a comportare rischi per la salute delle persone.

E' preoccupante notare la disinvoltura con cui teorie prive di forza scientifica riescano a permeare nella mente delle persone. Non è accettabile che buona parte dei mezzi di comunicazione e gli specialisti non rispediscano, con forza, al mittente certe tesi per nulla suffragate da evidenza o che addirittura mostrano evidenza contraria.

Dare credito e spazio a notizie non sostenute da una evidenza scientifica seria può facilitare lo sviluppo di pratiche, nate come suggestione, affermatesi come miracolose, - caso Vannoni, terapia Di bella, ecc - e che si è dimostrato, infine, aver causato sofferenze e morti in persone che avrebbero potuto vivere meglio e di più. O magari salvarsi.

In chiusura, allo scopo di offrire un servizio ai professionisti e alla popolazione potenzialmente esposta al rischio di trattamenti nutrizionali non basati sull'evidenza scientifica, a breve sarà attiva una rubrica contenente linee guida, revisioni sistematiche e metanalisi (al vertice della piramide delle evidenze scientifiche) in versione integrale, supportate da commento per renderle fruibili anche ai non addetti.

Tutti gli specialisti che intendono sostenere questa iniziativa sono inviati a partecipare, inviando articoli, commentando e denunciando pratiche non conformi al rispetto della salute.