A cura di:

Dott. Riccardo Dalle Grave


Il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder) è stato descritto per la prima volta nel 1959 dallo psichiatra e ricercatore americano Albert Stunkard per illustrare le caratteristiche di un sottogruppo di pazienti con obesità che riportava episodi ricorrenti di alimentazione eccessiva e incontrollata (abbuffate), ma solo nel 2013 il disturbo è stato riconosciuto come categoria diagnostica distinta dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).

Negli ultimi 10 anni sono stati pubblicati più di 1500 articoli sul disturbo da alimentazione incontrollata in riviste scientifiche internazionali e oggi abbiamo un’ampia conoscenza delle sue principali caratteristiche cliniche. Gli studi effettuati hanno fatto emergere due problemi che complicano il trattamento.


Il primo problema riguarda l’ampia eterogeneità della psicopatologia sottostante agli episodi bulimici. In alcuni individui gli episodi bulimici sono scatenati e mantenuti da emozioni intense; in altre persone, gli episodi bulimici sono scatenati dalla rottura della dieta che viene seguita in modo intermittente per cercare di perdere peso. Questo accade perché l’individuo interpreta le minime trasgressioni alimentari come l’evidenza della sua mancanza di autocontrollo e non del fatto che le regole dietetiche adottate sono troppo rigide ed estreme. Ciò favorisce l’abbandono temporaneo dello sforzo di controllare l’alimentazione e l’episodio bulimico.
Il secondo problema riguarda i limitati effetti dei trattamenti disponibili sulla perdita di peso, quando al disturbo da alimentazione incontrollata è associata una condizione di obesità.

Il nuovo programma di terapia cognitivo comportamentale descritto di seguito, è stato ideato per affrontare i due problemi principali che complicano il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata descritti sopra. Per quanto riguarda il primo problema, i meccanismi di mantenimento eterogenei che operano nel mantenere gli episodi bulimici sono affrontati in moduli specifici con procedure derivate dalla moderna terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica (nota anche conl’acronimo CBT-E), il trattamento oggi considerato più efficace per la curadella bulimia nervosa.
Per quanto riguarda il secondo problema, la perdita di peso, seindicata, è affrontata in un modulo specifico con un moderno programma di modificazione dello stile di vita basato sulla terapia cognitivo comportamentale la cui efficacia è stata testata in un recente studio controllato.
Il programma base ha una durata di 20 settimane ed è suddiviso in cinque moduli:

  • Modulo 1. Instaurare l’automonitoraggio.
  • Modulo 2. Mangiare in modo regolare.
  • Modulo 3. Fare il bilancio.
  • Modulo 4. Affrontare gli episodi bulimici residui.
  • Modulo 5. Concludere il programma e prevenire la ricaduta

Al programma base può essere associato il modulo aggiuntivo“Affrontare l’immagine corporea negativa ” se questa caratteristica clinica è presente e contribuisce a mantenere gli episodi bulimici.
Per gli individui in cui il disturbo dell’alimentazione è coesistente con l’obesità o con il sovrappeso associato a uno o più indicatori di aumentato rischio cardiovascolare, può essere aggiunto al programma base il modulo aggiuntivo “Affrontare lagestione del peso in eccesso”. Il modulo non è indicato se è presente una storia pregressa di anoressia nervosa e di bulimia nervosa o un’associazionetra restrizione dietetica e aumento del numero degli episodi bulimici.
Il nuovo trattamento cognitivo comportamentale, descritto in dettaglio in un manuale, è in corso di valutazione in uno studio pilota aperto su 50 pazienti affetti da disturbo da alimentazione incontrollata e obesità.