A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


William Hazlitt era un ispirato scrittore inglese. Amava prendersi gioco degli intellettuali, considerati troppo distanti dal popolo comune.

Amava le parole e ne sceglieva con cura l’utilizzo. Sosteneva che le parole delicate e la gentilezza potessero compiere miracoli.

Un punto di vista simile lo hanno anche gli scienziati di JAMA. In una recente ricerca hanno sottolineato che un linguaggio rispettoso verso i bambini con eccesso di peso, sia la base su cui costruire il cambiamento.

Le giuste parole possono indirizzare ad un dialogo produttivo con i ragazzi e con i genitori; le parole sbagliate possono compromettere sin da subito il rapporto, rendendo impossibile l’ottenimento di risultati positivi.

La mamma di una piccola paziente ci chiamò per avvisarci che la figlia era molto diffidente verso i camici bianchi. Parlando, si scoprì che durante l’ultimo colloquio, il precedente terapeuta, le battè una mano sulla pancia, paragonandola ad un orsacchiotto. Le intenzioni erano certamente buone ma la bambina si è sentita etichettata ed il gioco è finito.

La ricerca sconsiglia di usare simili comportamenti, nemmeno per gioco. Etichettare un bambino sul proprio peso, colpevolizzarlo, rimproverarlo, causano l’interruzione degli incontri. I piccoli pazienti che subiscono questo trattamento non vogliono più presentarsi agli appuntamenti.

Naturalmente, il linguaggio rispettoso, da solo, non porta a nulla senza una buona terapia. E anche qui ci sono problemi, viste che sono poche le terapie di cui è dimostrata l’efficacia.

Tra queste c’è la terapia comportamentale basata sulla famiglia (FBT), un articolato programma che integra un sistema di incentivi agli obiettivi di cambiamento dell’alimentazione e dell’attività fisica.

Malgrado sia tra i pochi programmi che funzionano, è raro che i piccoli pazienti ricevano questo trattamento.

 Le ragioni sono due:

  1. 1. Solo poche strutture propongono terapie basate sull’evidenza
  2. 2. È una terapia che impegna tutta la famiglia

 La conseguenza è che ai giovani pazienti viene proposto di posticipare il trattamento dell’eccesso di peso:  “Per ora lasciamolo tranquillo, quando sarà più grande se ne riparlerà”.

Ora, immaginate di avere a casa vostra un tubo del lavandino che perde e che il tubo si trovi in un punto difficile da raggiungere. Ci proviamo una, due volte e lasciamo stare. La conseguenza sarà che il tubo perderà sempre più acqua e allagherà casa.

Allo stesso modo, non affrontare prontamente l’eccesso di peso in età giovanile equivale a firmare un contratto su cui è scritto: “Accetto di non affrontare oggi il problema e in cambio andrò incontro con coraggio ad alcune malattie, come Diabete e Infarto.“

L’eccesso di peso nei bambini deve essere affrontato immediatamente e bisogna farlo bene.

Fonte:

- Wilfley, D., Van Buren, D.J. (2017). Treatment for childhood obesity. In K. D. Brownell & B. T. Walsh (Eds.), Eating disorder and obesity. A comprehensive handbook (pp. 495-500). New York: Guilford.

- Fatima Cody Stanford, MD, MPH, MPA1,2Theodore K. Kyle, RPh, MBA3

JAMA Pediatr. Published online September 4, 2018. doi:10.1001/jamapediatrics.2018.1912

- Dennis M. Styne  Silva A. Arslanian Ellen L. Connor Ismaa Sadaf Farooqi M. Hassan Murad Janet H. Silverstein Jack A. Yanovski     

The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism , Volume 102, Numero 3, 1 marzo 2017, Pagine 709-757, https://doi.org/10.1210/jc.2016-2573