Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


A otto anni Ambra ha escogitato un metodo infallibile per sconfiggere le paure: correre veloce tra le braccia del nonno. Sosteneva che vicino al nonno, magicamente, il buio si accendeva, l'uomo nero diventava lo zio buono e Billo un docile cane da compagnia.

Oggi ha ventidue anni, il nonno non c'è più, e le sue paure hanno la forma del cibo.
La prima volta che me ne ha parlato, le ha lette dal diario che custodiva, per essere sicura di non dimenticare nulla.

Non si possono mangiare fagiolini verdi assieme alla pasta, che è beige. La carne si abbina solo ai finocchi, se è Venerdì. I cereali per colazione vanno bene, ma solo il Lunedì dei giorni dispari, ad esempio il 13. Il succo di frutta gode di un regime speciale: lo può bere solo con la cannuccia, a piccoli sorsi e comunque non oltre le 17. Dopo, potrebbe causare una reazione a catena i cui eventi sul peso sarebbero imprevedibili. Per tutti gli altri alimenti c'è una flat tax: la porzione non deve superare la grandezza della mano. Semplice.

Se la cosa vi ha confuso, siete in buona compagnia.

Da qualche mese Ambra, ogni Lunedi, si materializza determinata a intraprendere una lotta contro la anoressia.
Ogni volta grida come Wiliam Wallace il suo bisogno di libertà, strappa la bandana come pantani al tour de France, si toglie il vestito della paura e proclama che con queste regole non gioca più.

Risultato: nessuno. Ogni lunedì, si ricomincia da capo.

Il mio mestiere mi obbligherebbe a trovare una soluzione. Ma più confuso del solito, nelle ultime settimane, mi sono limitato ad un eloquente "mmh". Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo trovato un compromesso onorevole: riflettiamoci su. Meglio ascoltare e tacere, prendere tempo e sperare che possa essere illuminata come San Paolo sulla via di Damasco.

Qualche giorno dopo trovo Ambra seduta nella mia stanza. E non era lunedì.
"Aveva ragione Peppino Impastato", sussurra. Da qualche giorno aveva iniziato a leggere un libro sul giornalista di Cinisi.
"l'anoressia è una montagna di merda".

"Ambra, Impastato è un esempio per tutti. Ma credo non si riferisse all’anoressia, ma alla mafia"

Mi guarda con la faccia contrariata di un bambino che cerca di spiegare al nonno l'uso dei social, scuote la testa e dice: "Non c'è nessuna differenza fra mafia e anoressia". La faccenda che prima era solo grave ora diventava seria.

Peppino sosteneva che la mafia era morte. Anche l'anoressia è morte.” Giusto. Il pensiero di Ambra aveva senso. “Diceva pure che il silenzio facilita la mafia. Per l’anoressia è lo stesso”. In effetti ho imparato che la prima mossa per guarire è gridare aiuto.

Adesso il punto di vista di Ambra era chiaro come il giorno.

Ora era un fiume in piena: “Peppino diceva anche che nessuno ci vendicherà. Dobbiamo prenderci la nostra rivincita. E io voglio ricordarmi ogni giorno che l‘anoressia è una grande montagna di merda”.

Questo ragazzo sarebbe certamente guarito dall'anoressia. Solo chi ha le palle può affrontare certi mostri.

Quando Peppino è morto i genitori di Ambra non si erano nemmeno conosciuti. Certe persone vivono da normali, lasciando alle future generazioni il piacere di scoprire che sono stati eroi. Eppure, sia lui che Ambra condividono uno stesso destino. Hanno deciso di affrontare un mostro in cambio dell'unica parola che da sola riesce ancora ad emozionare: libertà.