A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile regionale UOL - AIDAP


Già, a volte ritornano, mutuando questa celebre frase da uno degli autori contemporanei più letti al mondo, potremmo aggiungere che non se ne sentiva per niente il bisogno. Certamente, i demoni di cui temeva il ritorno, il celebre scrittore Stephen King, erano ben altra pasta – è proprio il caso di dirlo - rispetto all’oggetto di questo scrivere.

Ma ognuno fa gli incubi che gli spettano. A me è toccato in sorte Pierre Dukan. Proprio lui, l’ex medico-nutrizionista diventato famoso con la dieta sua omonima, è tornato in libreria con una sensazionale novità: “La dieta Dukan dei 7 giorni”. Un’assoluta novità commerciale che sbalordisce chiunque legga, del resto nessuno aveva mai sentito parlare di una: una dieta iperproteica. Ma signori, non bisogna giungere ad affrettate conclusioni, non sia mai che qualcuno dei lettori, mosso da faziosi pregiudizi scientifici, basati su un mucchio di ricerche ben condotte, possa affermare che questo tipo di dieta è pericolosa per la salute di cuore, aumenta il rischio di tumori e, dulcis in fundo, non funziona. Non sarebbe giusto. La nuova dieta Dukan non è uguale a quella precedente, è anche più pericolosa.


A mortificare i miei sonni sono state le affermazioni da lui rilasciate recentemente in una intervista in cui il celebre Dukan esortava le persone in sovrappeso a fare riferimento alla propria “forza di volontà” per poter seguire questo nuovo programma di perdita di peso che considera “facile, efficace e senza rinunce”. Avete presente le facce pietrificate dei personaggi dei cartoni quando sono colti,investiti, da un evento improvviso, inatteso e a volte doloroso? Occhi sgranati, muscoli facciali a formare un ghigno, bocca semiaperta dallo stupore. Ecco, così ho reagito quando ho sentito l’intervista.


Proviamo per un attimo a mettere vicino queste due affermazioni, apparentemente incongrue, poiché non si capisce perché dovrebbe servire la “forza di volontà” se il programma è “facile, efficace e senza rinunce”, e alle prime cento telefonate si regalano anche la tazzina decorata con gli angeli. Così, mal che vada, si ha subito a portata di mano qualcuno a cui votarsi quando le cose si metteranno male. E potete contarci che si metteranno male.
Da anni ormai, la scienza ha smentito con fermezza la credenza secondo cui le responsabilità del sovrappeso siano da imputare a chi è sovrappeso, considerando invece pienamente responsabile l’ambiente in cui egli vive, ambiente oggi considerato tossico. Chi è sovrappeso non è colpevole ma vittima del problema. Tuttavia, Dukan la pensa diversamente. Lui è un genio e come tale non va criticato ma osannato a prescindere. Quei cattivoni di terapeuti che pongono alla base dei loro interventi clinici le evidenze scientifiche, quei presuntuosi che credono in una medicina basata sull’evidenza, quella che unanimemente è riconosciuta come la strada da seguire a salvaguardia della salute dei malati, sono solo dei complottisti, schiavi delle lobbies di potere che vogliono fermare il nuovo che avanza. In questo caso il vecchio, a dire il vero, visto che il protocollo iperproteico nasce da uno scienziato americano Robert Atkins – morto per una patologia cardiaca ndr – negli anni 70 e pesantemente bocciato dai più importanti organi che si occupano di salute pubblica e nutrizione. L’affermazione del geniale Pierre, che fa riferimento alla forza di volontà, non è di poco conto, soprattutto se chi la legge è una persona in sovrappeso. Cerchiamo di capire un po’ meglio. Poniamo il caso di essere in sovrappeso, problema che non sembra di semplice soluzione se consideriamo i dati indicanti che ad oggi sitratta di una condizione in costante aumento nella popolazione mondiale. In sostanza, in barba a tutte le diete in circolazione, il mondo è sempre più grasso. Bene, questo lascia dedurre, lecitamente, che il problema non possa essere risolto semplicemente facendo ricorso alla forza di volontà, altrimenti non si spiegherebbe perché molte persone sovrappeso sono importanti manager aziendali, direttori di aziende, responsabili di mercato, ecc., tutti ruoli incui la forza di volontà non può essere assente. Ma torniamo al discorso iniziale, non ci perdiamo. Sono in sovrappeso, il mio amico Pierre (e non è il solo a dire il vero) mi dice che devo impegnarmi di più che ci devo mettere della volontà, e che questo è quanto basta a risolvere il problema. Io cicredo, mi impegno e non ci riesco. Risultato? Mi ci vorranno degli psicofarmaci e una buona psicoterapia per recuperare la mia autostima dall’abisso in cui è precipitata. E se mai riuscissi a uscirne vivo da questo schiacciasassi psicologico in cui mi sono ritrovato, quanta voglia e coraggio avrei diimpegnarmi, in futuro, in un programma di perdita di peso che mi ha già visto fallito? Nessuna. Proprio nessuna.


Come se non bastassero i danni intrinseci alla comunicazione veicolata dal nuovo-vecchio metodo Dukan, egli ha pensato bene di aggiungerci anche dell’altro, non sia maiche qualcuno scampasse al massacro. Per capire meglio, andiamo ad analizzare più da vicino questo rivoluzionario metodo. Nei primi giorni della settimana, dal lunedì al giovedì la dieta deve essere seguita rigidamente – niente sgarri, dice Pierre -, e carboidrati solo in foto; il sabato finalmente un pasto abase di pasta, riso o cous cous, e la domenica, infine, rullo di tamburi, la ricompensa agli sforzi profusi: il giorno libero. Evviva Pierre! Lui ci vuolebene, lui si che ci ama. Magari qualche paziente incazzato, a modo suo, gli avrà fatto notare che se ci si priva di praticamente tutto, probabilmente, il corpo e la mente assieme, in un tripudio di pensieri ed emozioni, esaltati dalle eccessive restrizioni, chiederanno una tregua. Quindi, Pierre, ha pensato cheil problema si risolvesse con una ricompensa un po’ paradossale: visto che non hai mangiato tutta la settimana adesso puoi mangiare. È come dire ad un bambinoche visto che è stato bravo a non rompere i piatti della collezione buona dinonna Caterina, adesso ne può rompere alcuni. Un non senso, sofisticato, si deve ammettere, poiché ben nascosto alla vista di tutti malgrado sia lì in bella mostra. Bene, la situazione è più complessa di quanto non sembri. Dietro questo meccanismo in cui si restringe per poter mangiare, si cela uno deicircoli viziosi più viscidi e potenti dei disturbi alimentari. Una alternanza di dieta ferrea interrotta dalla “fisiologica” abbuffata a sua volta compensata da una dieta ancora più ferrea che condurrà ad una nuova abbuffata, e così via, in una spirale senza fine, in cui l’unica conseguenza è il continuo aumento dipeso e un umore costantemente sotto i tacchi. Questo se va bene. Perché se va male potreste sviluppare un vero e proprio disturbo dell’alimentazione, o aggravarlo se già presente.
Bravo il nostro Pierre.
Ma non bisogna aver paura, immagino che a breve troverà una soluzione anche a questo, magari con ladieta Dukan che cura i danni della dieta Dukan.
Chapeau, messieurs.