A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


Il signor Mimmo ha 82 anni e non ha mai sentito parlare di Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche.

Non sente bene e devo quasi urlare per tentare di spiegargli che recentemente ha pubblicato uno studio in cui si dice che l’alcol abbia causato 2,8 milioni di morti nel 2016 e che è uno dei principali fattori di rischio per la mortalità prematura e l’invalidità. 

Tenacemente, lui ribatte che i ricercatori sono ragazzi con poca esperienza e in ogni caso lui beve solo un bicchiere. La moglie ha voluto precisare che si tratta di quei bicchieri di ceramica usati per le tisane, insinuando che siano troppo grandi. Lui si è barricato dietro il suo apparecchio acustico e ha selezionato off per non sentire le sue parole. 

Io resisto e, dispiaciuto, aggiungo che lo studio considera chiaramente anche il consumo occasionale dannoso per la salute.

In pratica, non ci sono “livelli sicuri” se non un consumo di alcol pari a zero.

I numeri indicano che in tutto il mondo una persona su tre beva alcolici: un quarto della popolazione femminile e quasi la metà di quella maschile.

I dati dicono che circa 2,8 milioni di morti ogni anno siano causate dai problemi legati all’alcol.

Il signor Mimmo ascolta con pazienza. Mi convinco che le mie parole abbiano aperto una strada fra le sue sicurezze. 
Questo ottimismo si interrompe quando fiero come un leone proclama che tutti conoscono i benefici sulla salute: il vino fa bene al cuore.

Su questo ha una parte di ragione. Tuttavia, malgrado siano reali alcuni effetti protettivi benefici a bassi contenuti, questi non compensano gli effetti dannosi. Indipendentemente dalla quantità, dunque, il bilancio netto è sempre negativo.

Il signor Mimmo è baluardo di una generazione abituata a resistere e a guadagnarsi con il sacrificio le proprie conquiste. Continua ad essere certo che tutti i problemi nascano dalla modernizzazione che ha sacrificato la qualità delle cose. 

Io questo non lo so e non mi sentito di ribattere.

http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(18)30134-X/fulltext