Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


Katelyn Ohashi è cresciuta come una predestinata. Sembrava imbattibile e nessuna avversaria poteva resistere al suo talento. Chi masticava di volteggi non aveva dubbi: sarebbe diventata medaglia d'oro alle Olimpiadi.

Ma a quindici anni, le botole sparse lungo la strada della vita sono tante e tutte scoperte. Caderci dentro non è difficile.L’allenatore l’ha convinta che i pochi errori che commetteva erano conseguenza del suo corpo imperfetto: il peso era alto e le gambe troppo grosse.

A volte i peggiori aguzzini sono vestiti da angeli custodi e fidarsi è naturale.

Da quando l’immagine è diventata sostanza vera, certi sport pretendono che le ragazze siano tirate a lucido come delle veline, piuttosto che esaltarne il talento.

Inizia una battaglia combattuta con mezzo panino a pranzo, verdure e farina di ceci a cena, conditi con la forza e la determinazione necessaria ad abbattere l’unico ostacolo che le impediva la perfezione.

Ha iniziato a misurare ogni giorno le cosce, potenti ma non piccole, e combatteva la fame come ci consigliavano i nonni: andando a letto, provando a sognare un giorno migliore. Che non arriva mai. I sogni hanno la pessima abitudine di non autorealizzarsi e pretendono che ci adoperiamo per renderli reali.

Al risveglio le uniche cose che Katelyn ha trovato sono state il disprezzo per il suo corpo e l’autostima disintegrata, che l’hanno convinta a staccare la spina dalla ginnastica. Game over.

La bellezza delle passioni è che non lasciano scelta: loro vanno avanti e tu devi seguirle. Katelyn ha perdonato se stessa e il suo vecchio allenatore. Si è rimessa il costume, musica al massimo volume ed ha ripreso a volteggiare.

Qualche giorno fa ci ha regalato un minuto e mezzo di acrobazie lunari, abbagliando pubblico e giuria, con spaccate, volteggi e balzi. Chi se ne intende ritiene sia la migliore performance mai realizzata. Ha inventato un modo nuovo di fare ginnastica, dimostrando a tutti che il peso non misura la classe.

Ha preso un dieci, sinonimo di perfezione e di rivincita. Un dieci di incoraggiamento, per tutte quelle cui almeno una volta la vita ha detto: sei troppo grassa.