Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


La signora al telefono era molto agitata.

“Senta dottore, io non posso aspettare dieci giorni per un incontro!” Era il momento più duro della sua vita, doveva parlarmene subito e ci siamo incontrati di domenica mattina.

Sua figlia Luana, era riaffondata nell’anoressia e bisognava decidere: ricovero o nuova terapia ambulatoriale?

La signora apre la porta ed è come se si fosse aperta una enorme diga: inizia a parlare e non si ferma più. “Da un lato vorrei che lei riprendesse la terapia con voi. Le avete salvato la vita. Dall’altra parte mi sembra bloccata, non va più avanti e non vorrei che ricadesse”.

Ha setacciato tutte le argomentazione a favore e quelle contrarie, all’una e all’altra decisione. Sentirsi al bivio più importante della vita e non sapere quale strada prendere è una sensazione che ci fa pentire di esistere.

A guardarla sembrava una donna spezzata in due, e ognuna delle due parti possedeva certezze che invece l’altra parte bollava.

Si asciuga le lacrime e tira fuori una carpetta.

Guardi lei “Cosa sono signora?”

Sua conoscenza internet e tutte le sue meraviglie. Una lunga serie di articoli, in cui in alcuni si suggeriva il ricovero in altri si tifava per la terapia ambulatoriale. È andata avanti per quaranta minuti, durante i quali, esclusi i saluti iniziali e gli arrivederci, mi ha concesso circa trenta parole.

Quando ha finito di ascoltarsi, ha usato il terzo fazzoletto per asciugarsi gli occhi e mi ha allungato un gomito di saluto. “La ringrazio moltissimo, parlare con lei mi ha aiutato a capire. Ora so cosa fare”

La signora ha deciso che è arrivato il momento di ricoverare Luana. Ma nessuno glielo aveva consigliato.

“Signora a dire il vero non ho fatto nulla.”

“Non scherzi, lei mi ha ascoltato”.

A volte funziona così: i pazienti ci chiedono un consiglio, ma tutto ciò che desiderano è trovare una persona che li ascolti mentre cercano la strada.