Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


Noi integralisti della scienza siamo convinti che ogni cosa analizzata con metodo sveli una spiegazione razionale.

Per questo, la notizia di qualche giorno fa, riguardante il consiglio di non fare colazione se si vuole perdere peso, l’ho appresa con un ghigno isterico.

In pratica, una ricerca del British Medical Journal sostiene che fare colazione non solo non aiuti a dimagrire ma addirittura avrebbe l'effetto opposto. Gli sventurati che ricorrono a questa abitudine (prima sana, ora non si sa) pesano mezzo chilo in più.

Un’enormità, in un’epoca in cui il peso è l'unità di misura più affidabile per stabilire il valore delle persone.

La faccenda è talmente seria che viene da ridere.

In un colpo ci chiedono di cancellare cinquanta anni di sforzi congiunti, di mamme, dottori e insegnanti, che si sono battuti come Jack Sparrow nel tentativo di inculcare ai pargoli quella che consideravano la sana abitudine.

Addio alle frasi sicure come, "Fare colazione mette il turbo al metabolismo!", "Se fai colazione stop fame a pranzo!", era tutto sbagliato ma non lo sapevamo. D’ora in poi la parola d'ordine sarà: saltarla. Già immagino mio nipote Marco a festeggiare con il clan dei web amici e commentare soddisfatto la nuova norma che gli consentirà di concedere sette minuti in più all’amato cuscino.

La colpevole di questa apocalisse è una donna, tale Katherine Sievert. “E’ sempre così”, ha commentato il mio amico Nino. “Dai tempi di Eva sono sempre le donne che tentano di privarci della nostra zona confort. Hanno iniziato con le mele e dopo appena duemila anni sono arrivati alla colazione.”

L’improvviso capovolgimento di fronte ha creato sconcerto fra noi nutrizionisti. Alcuni hanno chiamato i pazienti uno ad uno, intimandogli di escludere la colazione dal loro menu.

“Signora Margherita, per carità, si fermi! Non inzuppi i biscotti nel latte, potremmo riprendere i 4 etti persi faticosamente negli ultimi tre mesi.” Qualcuno è andato in giro per le case e alla Bruce Lee ha colpito la mano di chi tentava di addentare la fetta biscottata burro e marmellata.

Notizie non confermate sostengono che una task force di pazienti delusi abbia proposto una Class Action contro i baristi colpevoli di spacciare da anni cappuccino e cornetto, attentando cosí alla loro linea.

Ora, questi sono i fatti e, se non una spiegazione, esigono delle supposizioni.

Ipotesi complottista: i ricercatori sono pagati dalle lobby dei ristoratori che, non servendo le colazioni, vogliono indurre le persone a servirsi dei loro brunch.

Ipotesi conformista: gli scienziati modificano la loro posizione cosí da testare la fedeltà dei nutrizionisti alla scienza.

Più confuso che persuaso, lascio ai lettori facoltà di esprimersi. Io mi sono limitato a proseguire nella lettura, speranzoso che fosse tutto uno scherzo.

In fondo alla ricerca ho trovato un balsamo per lenire il mio ego scientifico. Gli autori della ricerca invitano alla cautela e non interpretare questi risultati come certi. I dati sono interessanti ma bisogna approfondire.

Mi sento subito meglio, la fortezza di certezze scientifiche dentro cui sono barricato, non è stata abbattuta.

Solo un dubbio adesso mi assale: ma non si potrebbe prima approfondire e poi divulgare? Almeno potremmo continuare a credere di essere certi di qualcosa.

Fonte:

https://www.bmj.com/content/364/bmj.l42