A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


Gli ostacoli alla perdita di peso sono degli eventi comuni durante un programma di dimagrimento, potenzialmente in grado di compromettere la perdita di peso. 

Tuttavia, i moderni programmi di modificazione dello stile di vita considerano questi eventi delle opportunità, poiché permettono a terapeuta e paziente di comprendere quali meccanismi sono attivi nel sostenere l’eccesso di peso.

Per questa ragione, proponiamo ai pazienti di non utilizzare termini come “sgarro” o “peccato”, poiché evocano la necessità di non violare rigidi protocolli di terapia, producendo sensi di colpa e rassegnazione.

Accettare gli ostacoli alla perdita di peso è un passo necessario nel processo di cambiamento e di modificazione dello stile di vita. Allo stesso tempo, sviluppare abilità a governare situazioni sociali a rischio è un obiettivo che non può essere trascurato. Andare a mangiare una pizza, accettare un invito a cena, partecipare ad un compleanno sono situazioni che i pazienti vivono con ansia e preoccupazione.

Paradossalmente a compromettere la perdita di peso non è l’evento in se ma il pensiero che origina quando i pazienti non sono allenati ad affrontarli: “Non ci voleva, la mia dieta è compromessa”.

L’idea di avere perso il controllo e di avere compromesso il programma è in se un problema; da questa idea nascono demoralizzazione, sentimenti di colpa, frustrazione e senso di impotenza, tutte emozioni che deprimono le motivazioni al cambiamento inducendo ad interrompere il programma.

Per evitare che questo accada, dopo le prime settimane di terapia, occorre accettare gli inviti, senza la condizionale di portarsi il cibo da casa. I pazienti devono apprendere che si tratta di eventi normali che favoriscono le interazioni sociali, a cui non si deve rinunciare.

Ai pazienti va insegnato come pianificare la situazione a rischio, bilanciando accettazione e cambiamento: accettare il cibo che la situazione propone, applicando alcuni accorgimenti che ne limitino l’eccesso di calorie. In queste situazioni bisogna chiedersi: “Cosa avrei fatto in questa situazione tre mesi fa?”. Rispetto a questo occorre promuovere nuovi comportamenti nel rispetto di due principi chiave: devono essere utili e devono essere sostenibili. Utili nella misura in cui deve distanziarsi da ciò che il paziente avrebbe fatto in circostanze simili prima di iniziare il programma. Sostenibile in quanto bisogna che possa essere mantenuto senza troppi sforzi anche nel futuro.

In conclusione, l’abilità a gestire le situazioni a rischio è una risorsa che un programma di modificazione dello stile vita deve trasmettere ai pazienti. Si tratta di una abilità molto apprezzata, poiché riduce la pressione psicologica del seguire rigidamente un programma, permettendo di sperimentare nuove capacità e nuove risorse che potenziano la fiducia di chi si impegna nella battaglia per il dimagrimento.