Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


Durante un incontro di terapia di gruppo ho potuto assistere ad un dibattito che per delicatezza di toni è secondo solo a quello messo in scena dai virologi in tempi di pandemia.

Da un lato, la Signora Agata, sicura che per perdere peso bisogna affidarsi al collaudato sistema della classica restrizione calorica.

Dall’altro, Giuseppe, convinto di aver scoperto l’elisir di dimagrimento: il digiuno a intermittenza. Che detta così sembra la pubblicità di una azienda produttrice di luci di Natale, ed invece è la nuova frontiera delle diete.

Non avendo la fortuna di essere possessore di certezze, ed essendo Svizzero per nascita, ho assistito al dibattito con neutrale equidistanza.

Ma mentre ascoltavo non sono riuscito a trattenermi e ho iniziato a pensare che l’assurdo della questione non fosse quale dei due approcci funzionasse di più, ma che a disquisire sull’argomento fossero due persone comuni.

Non che sia vietato, per carità. Ma è quel senso di libera interpretazione associato ai temi della salute, che non mi lascia sereno.

Ad esempio, pensare alle primule della vaccinazione come a del denaro speso male, non occorre un grande ragionamento, tanto che sono riuscito a imbastirlo persino io.

Ma se l’argomento in questione non è estetico o di opportunità, ma riguarda la salute, allora sarebbe meglio, che certe questioni fossero chiarite direttamente dalla scienza.

A proposito, digiuno a intermittenza o restrizione classica, non c’è alcuna differenza.

Per saperne di più leggi qui

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33512717/