A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile regionale UOL - AIDAP


Una ricerca condotta presso l'Università del Connecticut mostra che il “pesismo” (il “bullismo del peso”), incide profondamente sulla salute degli adolescenti.

Nel mondo occidentale circa 2 adolescenti su 10 hanno un peso in eccesso. Oltre la metà di loro riferisce di prese in giro e critiche feroci per via del proprio peso. Se da un lato risulta prevedibile che questo “pesismo” sia praticato dai pari età, dall’altro stupisce osservare che in molti casi siano familiari (fratelli, cugini e persino genitori) e tutor (insegnanti, allenatori) a metterlo in atto con frasi e gesti.

Dall’indagine, inoltre, risulta che i nuovi sistemi di comunicazione e i social hanno un ruolo nel mantenere questo problema: su facebook e twitter si utilizzano di frequente espressioni, frasi, immagini e teorie che sminuiscono e vessano le persone con eccesso di peso. Anche la scuola è un contenitore dove di frequente sono riscontrabili eventi di intolleranza al peso. Riportiamo il caso di una classe di quinta elementare divisa in due gruppi: le puntine e le ciccione. Le prime tendevano ad isolare le seconde, tanto da boicottare la loro presenza ai compleanni. Una delle bambine appartenente al gruppo delle “ciccione” è stata trovata dalle maestre in bagno nel tentativo di vomitare.

I responsabili della ricerca indicano alcuni accorgimenti utili da adottare.

Sottolineare che non sono colpevoli degli atteggiamenti subiti. 

Molti adolescenti vivono un profondo senso di colpa per via del loro peso, sviluppando un sentimento di fallimento. Bisogna informare che il peso è regolato da meccanismi genetici e ambientali sui quali non è semplice agire. È importante trasmettere il messaggio che non vi è alcuna colpa nell’eccesso di peso, al contrario lo è ricorrere ad atteggiamenti persecutori da bulli.

Non esortare l’adolescente a perdere peso per contrastare il “pesismo”.

Perdere peso allo scopo di fermare la violenza subita significherebbe condividere la teoria sottintesa nel pesismo: chi è in eccesso di peso è colpevole perché non ha voglia di cambiare. Ridurre il peso è una giusta decisione, ma è necessario che le ragioni che inducono a modificare alimentazione ed esercizio fisico siano legate alla salute e al benessere personale, piuttosto che alla possibilità di essere accettati.

Essere attenti al linguaggio usato. 

Familiari e amici spesso utilizzano una terminologia che fa riferimento al peso, talvolta in maniera inconsapevole o scherzosa. È frequente sentire dire ai bambini “ma che bella pancia che hai” o ammonire sull’utilizzo di particolari cibi “perché diventi grasso”. Accanto a questo si assiste ad un corollario di nomignoli affibbiati ai ragazzi con peso in eccesso, che va da “panzerotto” a “cicciottello”.  Invitate sempre chi utilizza questo linguaggio a modificarlo.

Incoraggiate l'adolescente a coltivare i propri talenti. 

Un adolescente che ha interessi per la musica, la scultura, il disegno, lo sport, la scrittura deve essere incoraggiato e sostenuto a perseguirli. Questo lo aiuterà a migliorare la propria autostima e lo indurrà a giudicare se stesso utilizzando anche questi domini e non solo quello legato all’aspetto fisico o al peso. Ottenere buoni risultati in una qualsiasi attività aiuta anche i pari a riconoscergli valore, riducendo le probabilità di ricevere atteggiamenti ostili.

Denunciare post e profili con espressioni di “pesismo”.

I social si offrono per ospitare messaggi di disprezzo verso le persone con eccesso di peso; è frequente trovare gruppi, profili e post con contenuti denigratori. Occorre tempestivamente segnalare i contenuti ai responsabili, chiedendone la cancellazione.

Lo stigma legato al peso subito in età adolescenziale è un problema che può causare conseguenze negative sulla salute fisica e psicologica del giovane. È necessario che familiari, insegnanti e allenatori, sviluppino una adeguata sensibilità verso questo argomento, in modo da poter intervenire e creare un ambiente basato sui principi di accettazione verso i ragazzi con un problema di peso.

Fonte: AOC (Obesity Action Coalition) e Ruud Center